La Campana di Canino

Un articolo di Simone Piazza, pubblicato sulla rivista Studi Romani, porta un notevole contributo alla conoscenza di questo antico reperto.

La Campana di Canino - Autor: PIAZZA, Simone
La Campana di Canino - Autor: PIAZZA, Simone

La famosa Campana di Canino, conservata al Museo Pio Cristiano di Roma, ha da sempre attirato l’interesse degli studiosi anche perché ritenuta la più antica campana cristiana italiana. Il primo studio di dettaglio si deve a G.B. De Rossi nel 1887 che datò il reperto all’VIII-IX secolo d.C. Sempre il De Rossi riporta che la campana fu “disseppellita” nelle vicinanze di Canino senza aggiungere altri particolari. Circa la questione della “provenienza” del reperto si conserva nell’Archivio Segreto Vaticano un fitto carteggio risalente agli anni 1896-1897 relativo alle trattative per la cessione della campana ai Musei Vaticani da parte dell’allora proprietario, un collezionista viterbese.

Dall’esame di quel carteggio emerge il desiderio del Segretario del Papa di appurare, tramite il Vescovo di Viterbo, quale fosse stato l’esatto luogo del rinvenimento senza però riuscire ad ottenere una riposta precisa. Il collezionista viterbese che all’epoca possedeva la campana era Bonifacio Falcioni, che riferì che questa proveniva da uno scavo presso Canino e di averla acquistata da Andrea Narducci il quale, a sua volta, era il sensale di tal Margiani conosciuto con il soprannome di Mignattaro. Dal momento che sia Narducci che Margiani erano morti, non si riuscì ad appurare il luogo esatto del suo ritrovamento.

Sul finire del 1897 la Campana fu acquistata dai Musei Vaticani e catalogata come proveniente da “Castellardo”, un insediamento medievale poco distante da Canino distrutto dalle milizie di questa nel 1459. La storia della campana di Canino non finisce con il suo ingresso al Museo Pio Cristiano, anzi il dibattito fra gli studiosi rimane vivo fino ai giorni nostri come dimostra l’interessante studio di Simone Piazza (1). L’articolo di quest’ultimo intende contribuire a chiarire i molti dubbi ed interrogativi circa la provenienza, il contenuto dell’iscrizione che si trova sulla campana e l’epoca della sua costruzione. Uno dei motivi a sostegno di una datazione così alta (VIII-IX sec.) proposta da De Rossi e poi da molti altri, è da ricercare nella piccola croce a rilievo che si trova in prossimità dell’attacco del maniglione, ma anche le dimensioni ridotte della lamina di bronzo e la forma ovoidale del mantello. A rafforzare le convinzioni di De Rossi vi erano poi i caratteri dell’iscrizione che si trova in prossimità della base e che egli definì “di antica paleografia”.

Nella trascrizione proposta da De Rossi si legge:

[...] D(omi)NI N(ostri) (iesu) CRISTI ET S(an)C(ti) (michael)IS ARHANGELI […] V(i)VENTIU(s)

Simone Piazza, supportato anche da uno specifico studio paleografico di Carlo Tedeschi, postdata la costruzione della campana di circa quattro secoli facendola risalire al XII secolo. Riguardo invece il luogo d’origine, Simone Piazza sembra concordare sostanzialmente con tutti gli altri studiosi nel ritenere questa proveniente dai dintorni di Canino (presumibilmente Castellardo), anche se non esclude la possibilità che fosse originariamente collocata nella fortezza della Badia del Ponte che oggi ospita il Museo Archeologico Nazionale di Vulci.

(1) - L’articolo è stato pubblicato nella rivista trimestrale Studi Romani, anno LII, n. 3-4, Luglio-Dicembre 2004, pag. 426, 439

PIAZZA, Simone

Canino.info (17-10-2005)

  • Museo pio cristiano - ROMA: Campanes, campaners i tocs
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  • Campanes (inscripcions, descripció): Bibliografia

     

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